Sono passati tre secoli da quando “Tutto quello che serve per fare un rum di qualità” è stato scritto sulla lista dell’inventario al Mount Gay di Barbados e sembra che si attengano a questo codice
Questo rum, ora distribuito in Italia da Molinari, in una presentazione online con Valerio Tumminello e l’esperto mondiale Leonardo Pinto, ha svelato alla stampa in anteprima il lancio di due etichette di punta, il Black Barrel e l’XO.
Senza zuccheri aggiunti per rispettare le discipline di Barbados e le leggi assegnate ad ogni produttore di rum per paese, è una miscela originale che deriva dal giusto luogo e tempo di invecchiamento della canna da zucchero, seguendo le direttive della master blender Trudiann Banker, dal 2019 la prima donna della storia dell’azienda a ricoprire il ruolo (la prima nella storia del rum in assoluto era stata Joy Spence di Appleton Estate, a inizio anni ’90).
“La natura fa il suo corso”, racconta Pinto. “I blend cambiano per forza. La materia prima è di origine agricola, e ogni annata può presentare delle variazioni a seconda del clima, del raccolto. La fermentazione ovviamente incide, si può controllare ma ha una propria indipendenza e di conseguenza risvolti organolettici autonomi; in distillazione si può essere maestri, ma a seconda del fermentato da cui si pare, il distillato cambia. Le botti poi sono un caos, il legno ha composizioni chimiche infinite, basta spostare una doga di un centimetro, e i sentori che assume il liquido cambiano radicalmente”.
Con un sapore burroso e dolce, che ricorda il caramello e varie spezie, si presenta l’XO, un sapore ottenuto dalla macerazione per un minimo di tre anni in ex botte di whiskey americano , più ulteriori sei mesi in ex botte di bourbon ai più alti livelli di carbonizzazione.
Sapori che sicuramente renderanno dei drink come l’Old Fashioned o il classico Manhattan, raggiungere un altro livello nel già ampio spettro del mondo dei cocktail.
Non bere e guidare.