Ritratto di Alessia Bellafante: “la mia musa ispiratrice è passata da Zaha Hadid a Ada Coleman”

È una dei 20 finalisti del Confinement Bartender Contest – Best Confinement Tuto. Aspirante architetto, si è innamorata del bartending, che l’ha portata a cambiare strada.

Alessia Bellafante (@gin.gerale) è un’amante del gin che cerca di costruire un nuovo mondo nella mixology mescolando due passioni: l’architettura e il bartending. Mentre si prende il tempo per sviluppare questa idea ambiziosa, Alessia crea cocktail dietro il bancone del bar Memà Milano in Italia. Scopri di più su di lei qui nella nostra intervista attraverso sette domande.

 

Spirits Hunters: 1. Di dove sei originaria?

Alessia Bellafante: Sono nata e cresciuta in Brianza, non lontano da Milano.

 

2 – Da quanto tempo fai il bartender?

Sono un (aspirante) bartender da circa 4 anni. Ho ottenuto il mio primo certificato nel 2016.

 

3 – Cosa ti ha portato al mondo del bartending / cosa ti ha ispirato a diventare un bartender?

Il mio percorso ha avuto un inizio piuttosto insolito e casuale: dopo la laurea alla scuola d’arte non avevo chiaro quale direzione prendere per il mio futuro. Ho preso un anno sabbatico per decidere quale università frequentare. Nel frattempo, ho iniziato a lavorare in alcuni bar per guadagnare un po’ di soldi. Diverse persone mi hanno suggerito di fare un corso da barman, e così ho fatto.

Questo famoso anno sabbatico dura ormai da quattro anni perché la passione che il mio allenatore mi ha dato e la possibilità di sfruttare tutta la sua immaginazione mi ha spinto ad avvicinarmi a questo mondo con tanta curiosità e interesse. Per me questa è prima una passione e poi un lavoro.

L’architettura, e l’arte in generale, sono sempre state due delle mie grandi passioni. Anche se nel tempo la mia musa ispiratrice è passata da Zaha Hadid a Ada Coleman. Il mio sogno più grande è quello di riuscire a creare una perfetta combinazione di architettura e mixologia, ci vorrà del tempo ma è un buon obiettivo.

4 – Cosa hai scoperto di te stesso facendo il barista?

Mi sono sempre considerata una ragazza molto timida e introversa. Le prime volte dietro il bancone ero così agitata al pensiero di dover parlare con i clienti che mi tremava la voce.

Il tempo mi ha permesso di capire che non c’è niente di più bello che poter condividere la propria passione con i clienti. E questo mi ha permesso di acquisire molta più fiducia in me stessa.

5 – Com’è la situazione nella tua città/paese riguardo al covid-19?

A Milano in questo momento c’è un’aria di speranza. Pub, saloni e bar hanno gradualmente ripreso la loro attività e ora posso dire che sta andando molto bene! Il mondo della ristorazione, invece, si sta riprendendo un po’ più lentamente. Comunque, siamo pronti a partire, Milano è una città molto dinamica e consapevole del suo potenziale.

 

6 – Cosa ti ha ispirato a realizzare il video che ci hai mandato per il Confinement Bartender Contest?

Questa quarantena è stata un’esperienza assurda, molto o forse troppo noiosa. Mi mancava molto sperimentare, mescolare e bere buone bevande. Un giorno ho postato una foto di un Negroni sul mio profilo Instagram. Allora un mio amico mi ha suggerito di fare dei video per mostrare a chiunque volesse bere un aperitivo come farlo. Da questa idea, io e mio fratello Franco (aspirante regista e sceneggiatore) abbiamo unito le nostre passioni con quel poco che avevamo a disposizione in casa. Abbiamo iniziato a creare una serie di video tra cui quelli che ho inviato loro.

 

Non bere e guidare. Divertiti responsabilmente.

 

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